top of page
...

VINAIGRETTE
A due cucchiai di aceto di vino aggiungete sale grosso e pepe nero appena macinato, a piacere; mescolate e aggiungete 6/8 cucchiai di olio extravergine battendo con una forchetta finché la miscela sarà cremosa. Per ottenere un composto più denso potete unire un cubetto di ghiaccio, poi rimestare per uno o due minuti, togliere il ghiaccio e servire subito.
Alla vinaigrette potete aggiungere a piacere un cucchiaino di dragoncello fresco tritato, oppure mezzo scalogno finemente tritato e mezzo cucchiaino di curry.
Una variante molto saporita è la Vinaigrette al Roquefort: aggiungete alla emulsione tre cucchiai di formaggio Roquefort sbriciolato, mescolando accuratamente. Il composto deve essere ben gelato prima di farne uso.

Una bella insalata


Niente appare più semplice e fresco di una bella insalata verde. La sola parola ci fa pensare a fragranti foglie di lattuga, ben lavate e asciugate una per una, sapientemente condite con olio d'oliva, aceto, sale e pepe nero.Una buona insalata ha due segreti: la preparazione e il condimento.L'insalata verde deve essere perfettamente lavata, ben asciugata senza strizzare (ottima l'apposita centrifuga) e fatta rinvenire in frigorifero prima di essere condita.Il condimento può consistere in una semplice vinaigrette (olio, aceto, sale e pepe) alla quale è possibile aggiungere altri ingredienti, quale senape, Tabasco, salsa Worcestershire o altro.In ogni caso, preparate il condimento direttamente nella insalatiera (meglio se di legno), aggiungete l'insalata all'ultimo momento e mescolate dopo aver portato in tavola.
La primavera offre una grande varietà di insalate di stagione: mescolatene di due o tre qualità, una delle quali rossa, scegliendo le foglie più tenere e senza mai tagliare con il coltello; potrete anche aggiungere erbe odorose, come crescione, basilico o dragoncello. Qualche volta non guasta qualche sapore in più: croccanti gambi di sedano a dadini, sottili fette di finocchio, peperoni verdi a striscioline….

VINAIGRETTE
A due cucchiai di aceto di vino aggiungete sale grosso e pepe nero appena macinato, a piacere; mescolate e aggiungete 6/8 cucchiai di olio extravergine battendo con una forchetta finché la miscela sarà cremosa. Per ottenere un composto più denso potete unire un cubetto di ghiaccio, poi rimestare per uno o due minuti, togliere il ghiaccio e servire subito.
Alla vinaigrette potete aggiungere a piacere un cucchiaino di dragoncello fresco tritato, oppure mezzo scalogno finemente tritato e mezzo cucchiaino di curry.
Una variante molto saporita è la Vinaigrette al Roquefort: aggiungete alla emulsione tre cucchiai di formaggio Roquefort sbriciolato, mescolando accuratamente. Il composto deve essere ben gelato prima di farne uso.

INSALATA MAROCCHINA DI ARANCE
Concludete il vostro pranzo vegetariano con una profumatissima insalata di arance, "rubata" in un ristorante di Marrakesh.
• 6 arance mature
• 8 datteri tritati grossolanamente
• 8 mandorle sbucciate e tagliuzzate
• acqua di fiori d'arancio (può essere sostituita con succo di limone e zucchero)
• cannella in polvere
Sbucciate le arance "al vivo", affettatele e togliete i semi. Ponetela in una insalatiera con i datteri e le mandorle. Insaporitele a piacere con l'acqua di fiori d'arancio o con succo di limone e zucchero, e mescolate delicatamente.Lasciate per un paio d'ore in frigorifero, e prima di servire spolverizzate con cannella in polvere.

Il Vino

L'accostamento del vino con gli ortaggi è tra i più difficili, trattandosi di cibi poco grassi e dai sapori delicati: scegliete dei vini bianchi non eccessivamente aromatici, o dei rosati leggeri. Una Malvasia Istriana o un Bardolino Chiaretto andranno benissimo. Non accostate alcun vino alla insalata di arance, già molto aromatica. Piuttosto terminate il pasto con un buon bicchiere di Moscato d'Asti ben fresco, e naturalmente un buon caffè.

 IL PANE

Il pane è uno degli alimenti più diffusi e consumati, in Italia come nel mondo, ma è anche uno degli alimenti dei quali esistono più varianti, negli ingredienti come nella loro quantità, dalla preparazione alla forma. Dagli ingredienti base – costituiti da farina, acqua, sale e lievito (ma alcuni di essi possono essere sostituiti con altri) – si passa ad una serie di combinazioni, di possibilità di arricchimento e di tempi di lavorazione pressoché infiniti e in gran parte legati alle risorse e alle tradizioni dei luoghi ove viene preparato e da lì diffuso.


Breve storia del pane


Le prime tracce della preparazione di un alimento simile al pane risalgono addirittura alla preistoria, quando l’uomo scoprì che poteva cuocere un impasto di polvere di ghiande schiacciate con acqua su delle lastre roventi, ottenendo un prodotto duro ma nutriente, simile ad una focaccia. In seguito, la farina ottenuta dai cereali macinati come l’orzo e il farro, sostituì con successo la polvere di ghiande. Il primato della pratica della lievitazione, quindi, è attribuita ai babilonesi, poi perfezionata dagli egizi che idearono anche i primi strumenti per la panificazione. I greci aggiunsero poi altri ingredienti all’impasto di farina ed acqua ed istituirono i primi forni pubblici, mentre i romani raffinarono la ricetta e la resero popolare. Nel Medioevo, il frumento divenne un lusso così che il popolo doveva accontentarsi di preparare il pane con l’orzo o con la segale, mentre il Rinascimento ne rinnovò la popolarità, introducendo anche il lievito di birra e le farine di alta qualità. La nuova svolta, nella preparazione del pane, avvenne negli ultimi anni del XVIII secolo con l’invenzione delle impastatrici meccaniche e la produzione dei lieviti artificiali.

Tipologia
A seconda degli ingredienti utilizzati nella sua preparazione, il pane che si trova comunemente in commercio si divide in due tipi:
• pane comune
• pane speciale
Il pane comune è quello che si ottiene con una pasta lievitata a base di farina di grano, lievito, acqua e sale (quest’ultimo non viene utilizzato in alcuni impasti come quello per il pane “toscano” o, appunto, “senza sale”). 
Il pane speciale è quello che si ottiene attraverso una grande varietà di impasti che agli ingredienti di base aggiungono o sostituiscono altri ingredienti come ad esempio l’olio, il burro, il malto, lo zucchero, il latte o la frutta, o ancora mescolando alla farina di grano altre farine come quella d' orzo, di segale, di mais, di soia o di riso, o altre ancora.

È soprattutto la qualità della farina a fare la differenza tra il pane comune e quello speciale. Nel pane comune, la farina dovrà essere necessariamente di grano, anche se grano tenero, bianco o integrale. A seconda che la farina sia di tipo 00, 0, 1, 2 o integrale, il pane assumerà la relativa definizione (se dunque sarà stata utilizzata la farina integrale e cereali come la crusca, il pane sarà detto “integrale"). Nel caso, in cui il pane sia di tipo 1 o di tipo 2, esso verrà detto anche “casereccio” o “rustico”.  Prodotto in forme e dimensioni diverse, il pane comune presenta sempre una crosta fine e dorata e la mollica al suo interno, risultato dell’uso della farina di grano tenero. Tuttavia rientra nella tipologia di pane comune, anche quello ottenuto con un impasto a base di farina di grano duro: è il pane di semola, lievitato ma dall’aspetto compatto.

Il pane speciale  I tipi di pane diffusi nelle regioni e nelle località italiane sono centinaia, frutto di usi e tradizioni diverse, a volte di antichissima provenienza. Ai cosiddetti “pani regionali” che interpretano la ricetta base del pane in molti modi diversi (e in qualche caso rientrano nella tipologia del pane comune), si aggiungono tipi di pane come quello al latte, per il quale quest’ultimo sostituisce l’acqua (con l’aggiunta di burro e zucchero), il pane di patate (una quantità variabile di patate lessate viene mescolata alla farina di frumento) o il pane dolce, che al burro e allo zucchero aggiungono altri ingredienti, in genere aromatizzanti.

Il pane comune

Il pane speciale

bottom of page